Stefania Scaradozzi
Tea, le Signorine e ilFazzoletto
"Più che cambiarmi la vita il mio lavoro me ne ha concessa un’altra."
Stefania, chi sono Tea, le Signorine e ilFazzoletto e da dove nascono queste idee?
Tea e le Signorine sono la diretta espressione di una parte di me, quella che ama mescolare fantasie diverse, che combina colori e tessuti anche in maniera improbabile, insomma il mio minimalismo di vita e di sostanza che si riposa!
Le Signorine sono le figliocce di Tea, sono le mie borse realizzate dalla ricombinazione di scarti di tessuti, il cui nome nasce dall’ispirazione di un cliente che un giorno mi ha scritto questo messaggio: “Che belle queste Signorine che ho acquistato!”. Il Fazzoletto, invece, può essere considerato il cugino a cui vogliamo bene, un’ulteriore idea nata in una chiave di riciclo. Moltissime tirelle di campionari che sono riuscita a recuperare sono perfette per gli interni delle mie Pochette, ma altre sarebbero state condannate a rimanere senza vita. Ho dato, quindi, spazio al mio lato maschile, a cosa mi piace vedere in un uomo e, dato che la prima cosa che mi colpisce in un outfit maschile sono le pochette nel taschino, ho iniziato a produrre ilFazzoletto. Ovviamente rivedendolo a modo mio: la forma non sempre è standard, il bordo è sempre realizzato in maniera inconsueta, ad esempio all’uncinetto, con passamaneria oppure con un bottoncino che lo caratterizzi. L’idea di questa attività è nata da una necessità professionale, anche se l’approccio al mio lavoro ha come base il continuo divenire, l’improvvisazione, la fantasia e se vogliamo la follia. Lo sviluppo di queste stesse idee lo si deve alla mia indiscussa determinazione, ma anche al supporto e alla collaborazione di fantastiche persone che mi hanno circondato, una tra tutte fotografa Maria Francesca Nitti, che non ringrazierò mai abbastanza.
Qual è il tuo motto nella tua vita lavorativa?
Semplicemente: “Se c’è un problema c’è una soluzione”. Vale per tutto.
Come hai pensato di sensibilizzare le persone al concetto di “recupero” grazie anche alla tua attività?
Credo che ormai le persone siano molto sensibilizzate su questo argomento, basti vedere il proliferare di negozi e mercati dedicati al Vintage o l’attenzione verso un mestiere che sembrava scomparso come la Lustrascarpe. Credo che questo sia proprio il tempo del recupero. Il mio contributo sta nel non spegnere mai i riflettori su questo argomento, condividendo la mia passione ogni volta che posso.
Di cosa pensi che abbiano bisogno le tue attività per crescere ulteriormente?
Di acquirenti, direbbe il mio commercialista.
Di connessioni, di possibilità di raccontare chi sono le Signorine, di banche che comprendano cosa sto facendo, di spazi di confronto, di guide sagge e attente. Credo che questo accomuni tutte le donne che vogliono fare impresa.
Parlando da donna a donna, come fai a conciliare vita privata con vita professionale?
Con organizzazione e metodo, se volessi dire una bugia (cosa che purtroppo non so fare). In realtà è difficile, tanto. Ho una mamma con una patologia seria e per questo non ho una bottega come la desidererei, ma lavoro a casa. Gli amici stretti sono abituati al fatto che posso “tirare bidoni” anche all’ultimo momento. Da un certo punto di vista è una fortuna non avere un compagno o dei figli a cui badare, altrimenti credo che dovrei rinunciare al sonno. Cerco di impormi degli orari, ho una tabella di marcia scandita come un metronomo, ma non esistono sabati e domeniche.
Quali caratteristiche e abilità proprie dell’essere donna utilizzi ogni giorno durante la tua giornata lavorativa?
Sicuramente il riuscire a fare più cose insieme. Sembra scontato, ma sappiamo tutte benissimo che non è così. Inoltre, coltivo l’antica arte della pazienza.
Quali canali di comunicazione utilizzi e quali credi che sarebbe necessario utilizzare per far conoscere il tuo negozio e le sue iniziative?
Partiamo dal presupposto che io ho lavorato per trent’anni nel mondo della comunicazione. Dal momento che li conoscevo molto bene, ho scelto di utilizzare inizialmente la rete e i social network, privilegiandone alcuni come Instagram, perché credo molto nel potere della fotografia, e Facebook. Inoltre, ho realizzato un sito sia per Teabag sia per ilFazzoletto. Al di là della comunicazione virtuale, credo sarebbero necessarie maggiori occasioni pubbliche per tutte noi donne che abbiamo una storia e un’attività da raccontare. Sarebbero una bellissima occasione per fare rete oltre che per farci conoscere.
Realizzare questo progetto ha cambiato te stessa e la tua vita? Se sì, come?
Tea nasce fondamentalmente dall’esigenza di rimettersi in gioco. Un progetto molto importante per il quale ho lavorato a lungo non è andato a buon fine e a quel punto avevo due alternative: arrendermi e farmi schiacciare dalla depressione o darmi qualche mese di tempo, camminare lungo il mio amatissimo mare con il mio cane e pensare a come recuperarmi professionalmente. Più che cambiarmi la vita il mio lavoro me ne ha concessa un’altra.
Progetti, idee e obiettivi nell’armadio, vuoi svelarci qualcosa?
Idee e progetti a fiumi, ma vi occuperei troppo spazio! Obiettivi sì, uno che mi sta particolarmente a cuore, uno dei pilastri su cui poggia Teabag e ilFazzoletto: riuscire ad attivare dei laboratori di sartoria nelle sezioni femminili delle carceri per far cucire le Signorine e i loro cugini. Un altro obiettivo è riuscire a far capire alle aziende manifatturiere che i loro scarti meritano una seconda vita e può sembrare strano, ma non è semplicissimo.
Se una donna volesse seguire le tue orme, quale consiglio le daresti?
Caparbietà, curiosità, leggere, guardare, fare, sporcarsi le mani. Come sono solita dire “gambe in spalla e pedalare”.
In pillole
Nome: Stefania Scaradozzi
Attività: Artigiana creativa
Ideatrice del progetto Teabag, si occupa del recupero dei tessuti di scarto nelle aziende manifatturiere per la realizzazione di borse, pochette e fazzoletti interamente realizzati a mano. Pezzi unici che godono di una bellissima combinazione di tessuti e fantasia.
teabag1928.it
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