Laura De Benedetto

MakeTank

"Dovremmo avere più coraggio e imparare a dire di NO più spesso."

Laura, che cos’è MakeTank e qual è il tuo ruolo in esso? 
Sono co-fondatrice e amministratore unico della startup innovativa fiorentina MakeTank Srl. MakeTank è un luogo nato per promuovere i Maker italiani, coloro che progettano e realizzano oggetti di design made in Italy con tecniche quali la stampa 3D, il taglio laser o l’open source hardware (Arduino ecc.). Ogni Maker è autonomo nella gestione del suo store, dove inserisce foto, descrizioni e decide i prezzi per il cliente finale. Noi ci occupiamo della gestione amministrativo-contabile degli ordini ricevuti e della loro logistica grazie ad accordi con spedizionieri italiani e internazionali.  

 

In tempi come questi di grandi cambiamenti, hai deciso di investire nel passato, di dargli nuovo respiro. Quanto credi nel lavoro artigianale e nel concetto molto ampio di tradizione? 
In realtà io mi proietto sempre nel futuro. Ed è per questo che credo che l’artigiano del 2000 debba conoscere le tecniche di produzione più innovative quali la stampa 3D e conoscere le funzionalità che uno strumento come Arduino può dare alle sue creazioni. Io amo definire i Designer di oggi come ‘autoproduttori nativi’, creativi alla ricerca non più della grande azienda che ne scopra il talento, ma di service professionale in grado di produrre i pezzi unici o le piccole serie di oggetti da loro progettati, e il canale distributivo, fisico oppure online, che ne possa garantire la diffusione.  

 

Il progetto si è da subito imposto come fortemente digital, come l’hai fatto conoscere grazie alla comunicazione? Quali sono stati i primi step? 
Abbiamo affiancato da subito allo store online un blog e agito sui principali canali social per raccontare le storie dei nostri Maker, il loro processo creativo e le tecniche e i materiali da loro utilizzati. In questo modo il nostro cliente non acquista un semplice prodotto ma un oggetto con una storia in grado di dare emozioni. Inoltre ci siamo dotati subito di un’addetta stampa che ci ha aiutati a veicolare il nostro progetto alle testate meno digital utilizzando il loro linguaggio e ampliando così il nostro raggio di azione. Questo sicuramente ci ha premiati in termini di comunicazione e di visibilità. Infine, non lo nego, essere un’amministratrice donna e, per di più, moglie e mamma, in Italia fa ancora notizia, e di questo non sono affatto contenta perché dovrebbe essere la normalità.  

 

Il tuo “essere donna” in che modo ha influenzato il tuo lavoro e come viceversa il tuo lavoro ti ha cambiato? 
Vengo da una famiglia tradizionale del Sud, ma mio padre ha sempre spinto me e mia sorella a dare il massimo negli studi e nel lavoro. Dopo la laurea in Chimica ho seguito un Master in Business Administration al MIP Politecnico di Milano. Personalmente, non essendo stata influenzata dall’essere donna da bambina non ne ho risentito poi nel mondo del lavoro, anche se ritengo che i soffitti di cristallo in Italia esistano sia in azienda sia in politica. Basterebbe rendere più logici gli orari del lavoro, allineandoli a quelli delle scuole dei figli, per dare a più donne la possibilità di continuare a lavorare pur diventando mamme. Nella mia famiglia tutto si concilia grazie a una ferrea organizzazione tra me e mio marito, impegnato in una multinazionale e spesso in trasferta.  

 

Si parla molto spesso di self made man, ma non sarebbe forse il caso di iniziare anche a parlare di self made woman? 
Secondo me le opportunità in questo momento sono scarse per tutti i giovani, a prescindere dal loro sesso. Penso poi che spesso siamo noi donne che ci autolimitiamo chiedendo meno soldi per la stessa mansione e sentendoci in colpa se facciamo il part-time. Dovremmo avere più coraggio e imparare a dire di NO più spesso.

Tutto è possibile! Nella vita si possono fare errori, magari per scarsa conoscenza delle opportunità che esistono, ma poi abbiamo l'opportunità di reinventarci continuamente

Nella tua vita ti sei sicuramente reinventata, passando da una laurea in Chimica a un lavoro come questo, cosa suggerisci alle donne che cercano il coraggio di stravolgere la loro vita? 
Tutto è possibile, naturalmente ci vuole anche un po’ di fortuna. La cosa più brutta è continuare a vivere una vita che non sentiamo nostra, in questo modo trasferiremmo le nostre frustrazioni in famiglia e ai nostri bambini. Se non siamo soddisfatte, fermiamoci un attimo e cerchiamo di capire cosa vorremmo fare. Dopo, tutto funzionerà meglio e potremo concentraci sul raggiungimento del nostro obiettivo.  

 

Ci sono idee e progetti nel cassetto che vorresti realizzare? 
Mi piacerebbe visitare tanti paesi che non conosco insieme a mio marito e a mio figlio. Egitto, India, Iran, Argentina, Cina sono i primi che mi vengono in mente.

In pillole

Nome: Laura De Benedetto

Attività: MakeTank

 

 

Laureata in Chimica, ha eseguito un Master in Business Administration, avvicinandosi al mondo dell’amministrazione imprenditoriale. È co-fondatrice e amministratore unico della startup MakeTank Srl, una realtà nata con l’obiettivo di promuovere i Maker italiani, coloro che progettano e realizzano oggetti di design made in Italy con tecniche innovative.

 

 

maketank.it

 

 

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