Eva De Marco

L'orto in tasca

"Tutto è nato in una piazza dove dovevano esserci produttori agricoli, non c’erano."

Eva, spiegaci in breve che cos’è L’Orto in tasca? 
L’Orto in Tasca nasce come applicazione per smartphone per facilitare le persone a trovare nelle proprie vicinanze le aziende agricole sul territorio che fanno vendita diretta.  

Come è nata questa idea?
E’ nata per caso, un pomeriggio di fine estate in una piazza di Udine dove in teoria doveva esserci un mercatino di produttori agricoli della zona. Sono arrivata convinta di trovarli, ma in realtà non c’era nessuno.  

Step by step come hai realizzato questo progetto? 
Per imbastire l’idea è bastato pochissimo, un po’ di più poi per realizzarla. Nel dettaglio ho dapprima pensato al Business Model dell’idea per capire se nelle linee generali poteva reggersi, per poi passare a un Business Plan per capire come proseguire dal punto di vista finanziario. Dopo aver capito le spese che avrei dovuto affrontare (e i guadagni) per poter realizzare il progetto, ho pensato a come recuperare i fondi necessari. In parte provenivano dai miei risparmi, i restanti li ho trovati con una raccolta crowdfunding sulla piattaforma Ulule. Da questo ultimo step è partita la macchina per fondare la società e cominciare a lavorare seriamente per cercare di inserirmi nel mercato e convincere le aziende ad entrare nel servizio. Questo lavoro continua tuttora.

L’impegno che ci ho messo in questo progetto, la passione e la tenacia sono caratteristiche prettamente femminili e penso abbiano fatto la differenza per poter portarlo avanti.

Come questa app ha cambiato te e la tua vita? 
Mi ha permesso di conoscere moltissime persone, di capire una certa categoria di problemi e cercare di risolverli: mi ha migliorato molto sia dal punto di vista professionale che nell’animo.  

Hai un segreto per conciliare vita professionale e vita privata? 
Cercare di dare valore al tempo che si ha a disposizione, ottimizzando le ore da dedicare al lavoro: un’ora spesa bene vale più di due ore perse in mille distrazioni. Per cui mi concentro molto nel tempo che dedico al lavoro e quando sto in famiglia cerco in tutti i modi di staccare: non possiamo stare sempre iperconnessi, si perde il senso della realtà e non si dà importanza alle relazioni vere e concrete.  

Idee e progetti nel cassetto per il futuro? 
Le idee e i progetti nuovi girano sempre nella testa, ma per il momento cerco di realizzare bene questo!  

Attraverso quali canali di comunicazione pensi di farli conoscere? 
Ho utilizzato e sto utilizzato sia canali tradizionali, come la carta stampata, sia digitali. Ma è su questi ultimi che mi concentro in questo momento.  

Si parla molto spesso di self made man, ma non sarebbe forse il caso di iniziare anche a parlare di self made woman? 
Certamente! Siamo in tantissime ed è un peccato che non se ne parli mai abbastanza. Proprio per questo motivo, attraverso un gruppo di brave professioniste di Udine, fondatrici dell’Associazione Donne Che Guardano Al Futuro, cerco di dare una mano a fare questo. E’ necessario comunicare strumenti, sicurezze ed esperienze alle donne che si vogliono mettere in gioco.  

Che cosa consiglieresti ad una donna che vuole sviluppare un app? 
Di valutare bene prima cosa offre il mercato esistente: sviluppare solo un’app non basta, è necessario saperla comunicare e offrire qualcosa in più a quello che già c’è.