Carla Latini

La Signora della Pasta

"Questo lavoro per me è tutta la mia vita."

Carla, presentati a BrendaLife in poche parole. 
Mi sento fiera di aver ridato dignità e sapore alla pasta artigianale. Partendo, insieme a mio marito dalla campagna. Raccontare che la pasta viene dalla terra non è stata una trovata di marketing, ma una verità. Dal 1990, il mio motto è sempre stato “ogni varietà di grano duro ha il suo colore, il suo sapore, la sua tenacità”. Abbiamo ripreso la semina del Cappelli nel 1991. Nessuno lo ricordava e nessuno lo seminava più. Abbiamo registrato il marchio “Senatore Cappelli” nel mondo e inventato le ‘pastificazioni in purezza’.  

 

Molti ti hanno definito “La signora della pasta” o “‘L’ambasciatrice della pasta artigianale italiana di qualità”, ma la tua vita non è legata solo al grano, come si capisce dal tuo sito “Il Retrocucina di Carla Latini”. Il tuo essere donna come ti ha aiutato in questo percorso? 
Al grano e alla pasta si lega o si abbraccia qualsiasi prodotto. Ho sempre amato dare spazio e voce agli artigiani, quelli veri. E, soprattutto, ai venditori di cose buone. Sono loro che vanno sostenuti. Perché veicolano gli artigiani. Il mio essere donna? Mi impegno, ci credo, sono vicina ai cuochi, agli artigiani, li appoggio.

Forse ho quella pazienza materna e quella capacità di attesa che un uomo non ha.

Hai vinto il Trofeo Galvanina nel 2012 come miglior imprenditrice, quali sono secondo te le capacità essenziali per essere imprenditrice? 
Avere stima e rispetto di sé stesse. Produrre verità e non trovate di marketing. Attenzione a non farsi ingannare. Attenzione ai grandi. Rimanere piccole.  

 

Secondo te, il tuo lavoro ha cambiato te stessa e la tua vita? 
Lavoro da quando avevo 15 anni. Vengo dal mondo della radio, della comunicazione e del teatro. Quando ho conosciuto mio marito ho capito la terra. I suoi tempi. E le sue fatiche. Il lavoro per me è la mia vita. I miei figli lo sanno. Diventa un ritmo naturale. Si incastra tutto. Piaceri e doveri.  

 

Spesso molti si chiedono se conciliare vita privata e professionale è possibile, tu cosa ci dici? 
Ti potrei rispondere da manuale, come in un telefilm, ma non lo faccio. Programmare sarebbe il verbo adatto se volessi fare un po’ di scena ed apparire come una  wonder woman. La realtà è che puoi importi e spostare un CDA perché c’è la consegna dei diplomi della piccola. Ma ti capita anche di lasciare tua mamma, tuo figlio e tua figlia mentre tuo padre sta avendo un infarto perché gli importatori cinesi li becchi oggi o quando non si sa. Non è facile. Non so quanti compleanni, anniversari ecc… non mi hanno vista presente.  

 

Qual è la cosa che ami di più e quella che odi di più del tuo lavoro? 
Odio guidare, odio il treno (da Ancona è un viaggio lungo ore). Volo perché devo farlo. Amo le persone che incontro. Mi prodigo con affetto e apprezzo quello che fanno. Prendo e rendo. Scopro. Imparo.  

 

La comunicazione è il tuo pane quotidiano quindi, cosa diresti a tutti quelli che non credono ancora nell’importanza di questo aspetto per incrementare il proprio business? 
Si vede che finora non ne sentono il bisogno. I produttori credono in loro stessi, bene tutto ciò, e nel loro prodotto che è buono, sempre se parliamo di artigiani. Noi produttori, mi ci metto anch’io, siamo molto orientati verso noi stessi. Dal ‘di fuori’ ci devono venire a cercare. Come la penso io Comunicare, in qualsiasi modo si decida di fare, è fondamentale.  

 

Si parla molto spesso di self made man, ossia di uomini che “si sono fatti sa soli”, raggiungendo il successo (pur nel loro piccolo) e realizzando i loro sogni, partendo completamente da zero. Secondo te, non sarebbe forse il caso di iniziare anche a parlare di self made woman? 
Ce ne sono così talmente tante di donne che sono partite o ripartite da ‘sotto zero’…basta leggere il libro di Licia Granello dedicato alle donne. Le stimo e spesso sono sul mio sito. Se avete delle donne da raccontare usatemi pure…  

 

Sappiamo che hai “la mani in pasta” in un nuovo progetto, vuoi anticiparci di che cosa si tratta? 
Sto lavorando ad una pasta come la voglio io. Com’è nella mia testa. Sono quasi pronta.  

 

Che consiglio daresti ad una donna che vuole seguire le tue orme? 
Sii te stessa e pondera sulle tue capacità i tuoi passi. Che sia verità, prima di tutto per te, qualsiasi cosa tu voglia produrre, fare o inventare. Tieni lontani, anche se sarà difficile farlo, quelli che ti potrebbero usare. Te lo dice una che ci sta ancora passando.

In pillole

Nome: Carla Latini

Attività: Libera professionista

 

 

carlalatini.com

 

 

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